Articoli | 04 June 2012 | Autore: Tommaso Caravani

Lo strumento che rivoluziona l’assetto ruote: R.E.M.O.

Una strumentazione per officina destinata a rivoluzionare una parte importante del servizio gomme: l'assetto. Corghi presenta R.E.M.O., un sistema completamente automatico, semplicissimo da usare.

Quanto ci vuole a misurare allineamento, angolo di camber, convergenza e tutti i parametri dell'assetto    di una vettura? Risposta: 1,48 minuti. Una cifra che tuttavia è un po' prudente: durante la nostra prova con una Audi A6 ne sono bastati 1,40, ma si tratta di pochi secondi.
Complessità dell'operazione? Far salire l'auto sul ponte (ma anche se non c'è, il sistema funziona lo stesso), se proprio lo si vuole, inserire il modello dell'auto e premere un tasto. Dopo meno di due minuti sul monitor appaiono tutti i dati relativi alle ruote e al telaio.
E i bersagli? Spariti.
L'attività dell'operatore durante l'operazione? Un minuto e mezzo di nullafacenza, da impiegare, magari, con il cliente a spiegare cosa fanno due strani robot attorno alla sua auto.
Eh sì, perché il sistema di rilevazione Corghi R.E.M.O. (acronimo di Robotic Equipment for Measuring by Optics, in realtà un omaggio a Remo Corghi, fondatore dell'azienda) fa affidamento su due robot completamente automatizzati, in grado di misurare, senza alcun bersaglio, l'assetto di auto con ruote fino a 30 pollici, siano esse super ribassate, tassellate da fuoristrada o montate su cerchi abituati a strusciare sui marciapiedi cittadini (cioè in pessime condizioni).
Ma vediamo nel dettaglio questo sistema, nato per i gommisti, ma eccezionale anche per officine di grandi dimensioni, concessionarie e officine autorizzate.

Il sistema
Due robot che comunicano tra loro via wireless, due pannelli che permettono al sistema di sapere dove si trovano i robot (che possono essere forniti con totem o montati a parete) e un PC per visualizzare le misure effettuate. Fine del sistema più avanzato attualmente esistente per misurare l'assetto di un'auto. Come funziona? Su ognuno dei due robot sono montate due videocamere che eseguono un rilevamento e una ricostruzione 3D della ruota; i laser identificano la posizione del ponte e della ruota, dopodiché i robot si spostano sull'altro assale (in maniera sfalsata così che i laser non possano mai incrociarsi). Tutti i dati vengono inviati al computer centrale e in meno di due minuti si ha una scansione totale dell'assetto del mezzo, comprese eventuali anomalie nella geometria dell'auto.

I vantaggi
I primi vantaggi del sistema sono che non ha bisogno di alcun bersaglio da montare sulle ruote. Può sembrare una sciocchezza, ma, a parte la perdita di tempo e la necessaria competenza, il problema è che, nel montare i bersagli, si corre il rischio di rovinare il cerchione dell'auto (e se l'auto è una supersportiva, un'auto di lusso o un veicolo d'epoca può essere un problema non da poco).
La velocità è un altro fattore chiave: lo strumento impiega solo 1,48 minuti di tempo per fare la scansione, un tempo (chiamato zona d'ombra) in cui l'operatore può dedicarsi ad altro; ma, soprattutto, il vantaggio più grande è la semplicità di utilizzo: nessun bersaglio da mettere “in bolla”, nè problemi con il ponte. Il sistema, infatti, è in grado di misurare l'assetto addirittura se l'auto è posizionata “storta” sul ponte. Insomma, il risultato è sempre affidabile e non c'è margine d'errore (per esempio dovuto a un bersaglio montato male). I robot poi sono in grado di trovare la ruota indipendentemente dall'altezza alla quale è posizionata l'auto (fino a circa un paio di metri da terra), per cui che sia al suolo o che sia sollevata non bisognerà fare nulla: i robot si adegueranno.
Inoltre, durante l'operazione di regolazione dell'assetto, i robot seguono pedissequamente l'operatore, in modo da monitorare il suo lavoro in “diretta” e permettere una regolazione perfetta (le tolleranze sono inferiori a quelle dei più avanzati sistemi 3D), quando poi si passa all'altro ponte, i robot si sposteranno di conseguenza.

Punti critici
In realtà il sistema ci ha convinto, quindi ci limiteremo a segnalare non dei difetti, ma alcuni fattori da valutare prima di investire in questo sistema.
In primo luogo, parliamo del prezzo: trattandosi di un prodotto così sofisticato, anche il prezzo sarà elevato, anche se è stato giudicato “accettabile” dalla maggior parte dei partecipanti alla “prima” dell'attrezzatura.
Poi ci sono le batterie: i due robot sono alimentati da due batterie al gel facili da sostituire, mentre la loro durata è di circa una trentina di auto (per ognuna i robot fanno varie volte avanti e indietro). Non male, ma il sistema di ricarica, con cavo di rete da collegare a mano, ci è sembrato un po' scarso anche se è previsto un sistema di ricarica in completa autonomia del robot).
Infine gli spazi: chi vuole installare questo sistema deve considerare di avere almeno cinque metri e mezzo di larghezza per ospitare le due “piste” dei robot.  

Approfondimenti

Corghi

Photogallery