Articoli | 01 December 2015 | Autore: Cristina Palumbo - Edoardo D’Ercole

Inchiesta reti 2015: occhio all’immagine e alla sostanza

L’aggiornamento dell’inchiesta reti è sempre fonte di piccole o grandi sorprese; giunto al suo nono anno, rappresenta un osservatorio privilegiato per guardare al mercato della riparazione indipendente e alle sue trasformazioni con una lente d’ingrandimento speciale.

Leggendo le schede di presentazione dei network, paragonando numeri e caratteristiche delle reti, ci si accorge di cosa funziona, di cosa cercano i professionisti del settore, di cosa i gruppi riescono a dare o in cosa devono migliorare. Non è solo un momento di riflessione per chi guida questi gruppi, ma è anche uno strumento utile per valutare e decidere se e a quale network aderire, oltre che rappresentare un momento di confronto dinamico con il mercato e con tutta la filiera della riparazione. 
 

C’è rete e rete
Dopo qualche anno di raccolta dati e guardando come storicamente sono cambiate o rimaste sostanzialmente stabili le cose, è possibile fare dei distinguo importanti.
Il progetto dell’inchiesta reti è nato quando le reti erano poche e molto “fresche”, quando la “crociata” della riparazione indipendente andava incontro a un solo avversario: la rete della riparazione di casa auto.
Oggi le cose sono diverse, sia per il mercato, sia per la stessa identità delle reti.
Ci sono nuove sfide da affrontare, alcune più difficili da gestire (vedi il web), altre per cui è necessaria una preparazione specifica (e parliamo delle nuove tecnologie e della formazione), altre invece che si basano sull’immagine. Ecco quindi che il binomio forma e sostanza si ripropone con forza, oggi più che mai.
Sfogliando le pagine con le schede delle reti ci si rende conto che le immagini sono molto diverse, perché dietro a ciascun progetto ci sono finalità diverse; ciò che le accomuna tutte, però è la professionalità.
Alcuni network hanno non solo un carattere nazionale, dimostrando così che anche il meccanico indipendente può avere una “capillarità organizzata” (e non solo la casa auto), ma anche un ideale comune, che fa sì che dietro a ciascuna officina ci sia una progettualità condivisa, con una immagine e una competenza standard per tutta la rete.
Queste sono le reti che offrono all’autoriparatore un sostegno a tutto tondo, che parte dall’immagine esterna dell’officina e dall’accoglienza al cliente, per accompagnarlo in tutti i passaggi della riparazione e della gestione dell’attività. Chi entra in questi network (e chi ci rimane con soddisfazione) cerca un gruppo che gli dia un’identità, una formazione, una professionalità e una capacità di rimanere competitivo sul mercato con tutti gli strumenti del mestiere e del marketing.
Ci sono reti che invece puntano più su una specializzazione estrema, condividendo un know-how da specialisti con gli affiliati e proponendo la possibilità di essere riconosciuti sul mercato come “gli unici in grado di fare quell’intervento”. Una specializzazione che comporta un elevato standard qualitativo e non esclude la possibilità di abbinare questa targa ad altre.
Infine, ci sono reti che puntano soprattutto a una vicinanza con il cliente e per questo sono più locali e attive sul territorio. Si può dire che hanno di fatto sposato uno dei cavalli di battaglia della riparazione indipendente: la prossimità al cliente.
Sono tutte alternative valide, che rispondono a esigenza diverse sia dell’officina sia del mercato: interpretazioni diverse di bisogni differenti. Ciascuno misura poi, sulle proprie necessità e sui propri progetti a medio e lungo termine, le offerte dei network e i vantaggi che offrono.
Ciò che rimane come punto fermo è che aderire a un network, fare sistema, è sempre più percepito, tanto dalle officine quanto dalle aziende (produttori e distributori), come la soluzione per rimanere sul mercato. A chiedere sempre più network sono i clienti stessi: dalle flotte, che hanno bisogno di un unico referente per tutta l’Italia, ai privati che cercano su internet. C’è bisogno dei network e c’è bisogno di saperli gestire: possiamo dire che l’epoca dei gruppi d’acquisto si è ormai conclusa e ciò che serve oggi è puntare sui servizi.
Servizi che vogliono dire professionalità e trasparenza, immagine e capacità imprenditoriale; tutte cose che diventano più semplici per chi è inserito in una realtà che li può timonare verso i nuovi territori della riparazione indipendente.



Il web incalza
Internet è una risorsa per tutti, una via di comunicazione strategica, in grado di far rimbalzare i messaggi, con tutti i pro e i contro che questo comporta.
Lo scorso anno ci chiedevamo se facebook avrebbe in qualche modo cambiato il modo di comunicare dei network, ma dai numeri del nostro osservatorio social ancora non sembra sia così. Sicuramente sono molti di più gli utenti facebook e allo stesso tempo sono cresciute le reti e le aziende cha hanno aperto questo canale di comunicazione. I contenuti però (nella maggior parte dei casi) non sono ancora quelli di chi si rivolge all’automobilista per attirarlo verso le proprie officine, né tantomeno sono diventati uno strumento di comunicazione ”interno” alla rete.
Diciamo che più che altro le reti si stanno iniziando a muovere solo oggi (al di là dell’anno di fondazione che magari è più datato) e c’è ancora una sorta di “non identità” del network su facebook: più che altro si condividono contenuti, ma si comunica poco in maniera diretta. Più attive sembrano invece essere le singole officine, ma questo forse è dovuto più ai cambi generazionali o ai vecchi titolari che amano confrontarsi con le nuove tecnologie.
Un dato però è certo: internet è uno strumento che non può essere ignorato, ma deve essere “domato”. Ne abbiamo un esempio palese con il discorso dei preventivatori online (vedi articolo pag. 48); e se l’automobilista usa internet è fondamentale che imparino a usarlo anche le officine.
Sul web gira di tutto, si sa: è importante sapere quali informazioni arrivano all’utente e usare la trasparenza come arma per contrastare le informazioni fasulle o approssimative.
Internet è una vetrina, cassa di risonanza di immagini e contenuti. Curare anche la forma, il proprio sito web, la pagina facebook, sono tutti modi per dare un’immagine di alta professionalità.
Oramai su internet bisogna esserci: meglio farlo con una forma che rispecchia la sostanza. 




I numeri della riparazione

• 116.948: aziende che si occupano di assistenza nel 2014 (+0,6% rispetto al 2013)
• 83.460 officine (+0,8% sul 2013).
• 43.440 meccanici e motoristi (+1,3% sul 2013)
• 7.976 elettrauto
• 21.805 carrozzieri (+0,2% sul 2013)
• 6.397 gommisti (+1,1% sul 2013)
• 3.842 officine di autoconcessionari (+2,1% sul 2013)

Fonte: Osservatorio Autopromotec

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